Il forno |
||
TORNA AL MENU' |
||
I
primi forni rudimentali nacquero nella preistoria, quando l'uomo ebbe la
padronanza del fuoco. I primi esemplari non erano altro che brace dove
veniva appoggiato un pezzo di carne coperto di foglie e a sua volta
ricoperto di terra. Questo creava una cappa che cuoceva uniformemente il
cibo. Questi forni "sotto terra" primitivi a volte anche oggi vengono usati per particolari tipi di cotture come il pane azzimo fatto dai Tuareg. Fino ad arrivare agli egizi che usavano i forni per cuocere la terracotta e pane azzimo poi anche i greci lo utilizzavano per cuocerlo utilizzando vari impasti e erbe aromatiche. L'evoluzione e la creazione di oggetti in muratura (come nel caso degli egizi, greci e i romani) portò ad usare i forni più strutturati alimentati a carbone e a legna. A sinistra l'archeologo Jacqui Wood dimostra come funziona un forno preistorico interrato. A destra un forno romano a Pompei. |
Forno a gas
I forni a legna vennero in parte sostituiti da quelli a gas quando dalla prima metà del 1800 cominciarono ad apparire i primi modelli. Fu infatti James Sharp che in Inghilterra nel 1826 brevettò il forno a gas e dieci anni dopo aprì una fabbrica cominciando a produrli. All'esposizione universale di Londra del 1851 li mise in esposizione, ma solamente dal 1880 divenne un successo commerciale anche grazie allo sviluppo delle tubature del gas.
Nel 1922 l'ingenere svedese
Gustaf Dalén inventò l'AGA cooker,
un forno a gas resistente e longevo. Aga è l'acronimo di
Svenska Aktiebolaget Gasaccumulator dove Gustaf
Dalén era amministratore delegato.
Dalén inventò questo forno anni dopo l'incidente che lo rese cieco nel 1912,
nonostante questo sempre nello stesso anno vinse il premio nobel per la fisica,
aveva inventato dei regolatori
automatici da utilizzare in combinazione con accumulatori di gas per
l'illuminazione di fari e boe.
L'AGA cooker fu importato nel Regno Unito nel 1929 ed ebbero la licenze di
produrlo l'anno dopo. Da quando venne introdotto riscosse grande successo
soprattutto nelle case di campagna inglesi in particolar modo in famiglie di
classe alta o medio alta.
Fino al 2006 questi forni sono stati molto richiesti ma negli ultimi anni gli
introiti sono
calati drasticamente.
Nella foto sotto
Gustaf Dalén e un modello di forno da lui inventato.
Ancora oggi i forni AGA sono prodotti (con ammodernamenti vari tra cui l'elettricità) anche se con prezzi alti, il top della gamma si aggira sui 15.000€. Ecco come è composta un moderno forno AGA:
1. Coperchi
isolanti I coperchi isolanti abbinati sono una delle caratteristiche distintive delle cucine Aga. Quando sono chiusi, risultano gradevolmente caldi al tatto. Una volta aperti, rivelano le piastre, immediatamente pronte per cuocere. 2. Piastra di cottura rapida Un elevato calore in grado di far bollire l'acqua più rapidamente di qualsiasi bollitore elettrico, è abbastanza grande da poter accogliere contemporaneamente tre casseruole di media dimensione. 3. Sorgente termica Una volta portata la cucina Aga alla sua temperatura operativa, basta una minima quantità di energia per mantenerla in funzione. Nota: questa posizione corrisponde al forno di cottura normale in una cucina Aga a 3 forni. 4. Piastra di cottura lenta Anche questa piastra, può accogliere tre casseruole di medie dimensioni, fungendo, inoltre, anche da teglia. 5. Forno per arrostire Questo forno può cuocere perfettamente persino un tacchino di 13 chili! Può essere usato, inoltre, per grigliare e per cuocere normalmente. 6. Forno di cottura normale È presente in tutti i modelli Aga a 3 e 4 forni. Come tutti i forni Aga, il corpo interno in ghisa trattiene notevolmente il calore: non bisogna temere di aprire lo sportello per dare un'occhiata alla cottura. 7. Forno di cottura lenta L'uso di questo forno versatile in combinazione con il forno più caldo e con le piastre è la chiave del successo del sistema di cottura Aga: semplicità e sapori magnifici! 8. Forno per riscaldare È presente su ogni modello Aga a 4 forni. Mantiene caldi i cibi già cotti senza seccarli. Ideale quando si ricevono ospiti. 9. Piastra per riscaldare Una preziosa superficie multiuso disponibile su tutte le cucine Aga a 4 forni. http://www.aga-italy.com/953.htm |
Forno a elettrico
Il forno elettrico si scalda grazie a
una resistenza che come dice il nome resiste e si oppone all'elettricità che
passa rendendolo incandescente. La resistenza elettrica fu brevettata da
George B. Simpson nel 1859 con un cavo di platino
alimentato da una batteria.
Ma fu il canadese Thomas Ahearn (nella foto a destra) che nel 1882 brevettò il
forno elettrico ma come di solito capita prima che prese piede passarono diversi
anni. Negli anni 30 del secolo successivo i forni elettrici rimpiazzarono molte
cucine a gas. Sotto un esemplare di forno e fornelli elettrico risalente al 1930
Forno a gas o elettrico?
Caratteristiche |
Forno a gas |
Forno elettrico |
Costi e consumi |
Ha minori consumi |
Ha maggiori consumi, ma con l'opzione ventilato ri riducono i tempi |
Bisogna tenere conto che non sempre serve preriscaldare il forno, ossia portarlo alla temperatura di cottura, nel caso di arrosti ad esempio è irrilevante, mentre per bignè, pizza e altri lievitati è importante. |
||
Sicurezze e pulizia |
Meno sicuro e più difficile da pulire |
Più sicuro e facile da pulire |
Funzionalità e |
Solitamente hanno meno funzionalità e la temperatura è più difficile da regolare con precisione. Il calore in quelli casalinghi viene solo dal basso. |
Hanno molte funzionalità, regolazione di temperatura più precisa (ma mai fidarsi completamente, meglio controllare con termometri da forno). |
Forno ventilato o statico?
Innanzitutto bisogna dire che in ormai quasi
tutti i forni elettrici c'è la funzione di cottura ventilata, mentre in quelli a
gas casalinghi questa funzione non è presente. Inoltre la cottura ventilata è
adatta solo per alcuni alimenti, mentre altri richiedono quella statica.
Il forno ventilato è utile per cuocere carni e biscotti (soprattutto se con più teglie infornate). Negli esempi sopra si vede nella parte a sinistra la cottura ventilata, e a destra quella statica. Nel caso della carni la cottura è più veloce del 20% circa poi rende l'esterno più croccante, mentre nel caso dei biscotti il circolo dell'aria calda permette una cottura omogenea di tutti i biscotti ai vari piani delle griglie.
La cottura con forno statico invece è più adatta per prodotti lievitati (sia lievito naturale che sostanze chimiche lievitanti come il lievito in bustina) in quanto permette di alle torte di crescere lentamente asciugandosi all'interno.
Forno a microonde
Il forno a microonde funziona eccitando o se vogliamo facendo muovere le molecole d'acqua presenti nei cibi a tal punto da farle riscaldare. Questo permette anche agli alimenti di cuocere ma non di dorare o grigliare (a meno che sia un forno ibrido che abbia anche la funzione grill).
La scoperta di questo forno avvenne
per caso, quando l'ingegnere americano
Percy Spencer (a sinistra) stava lavorando per la
realizzazione di un apparato radar scoprì che la tavoletta di cioccolato che
aveva in tasca si era sciolta, così non sprecò tempo e nel 1946 brevettò il
forno a microonde e l'anno successivo creò un modello commerciale che però è ben
lontano per aspetto a quel piccolo forno che conosciamo noi oggi, difatti era
alto quasi 2 metri e pesava più di 300 chili! Questo fono si chiamava Radarange
(vedi foto a destra).
Inizialmente però il forno ebbe solo usi industriali, successivamente con la
modernizzazione e l'affinamento di questa tecnologia negli negli anni 70 divenne
più accessibile a tutti sia come costo, come utilizzo e come dimensioni. Ecco
l'evoluzione del forno a microonde, a sinistra un esemplare di Radarange del
1960, al centro un forno degli anni 70 prodotto dall'azienda americana Amana,
per ultimo a destra uno moderno.
|
|
|
Forni a vapore
Esistono anche dei forni esclusivamente a vapore (oppure ibridi, a vapore ed elettrici) che permettono di cucinare pietanze a vapore. L'acqua viene messa in un serbatoio e vaporizzata grazie a delle resistenze, mentre la condensa che si forma nel forno e cade sul fondo viene riscaldata nuovamente e si trasforma in vapore.